Sorprese in moto

Se non avete provato, non è semplice capire… come per tante esperienze, d’altronde.

Sì, viaggiare

Il “giro della domenica” è una espressione ben nota tra i motociclisti, ma non ha una interpretazione univoca; c’è chi considera importante l’aspetto gastronomico, chi preferisce visitare luoghi turistici, chi deve assolutamente inserire almeno un passo di montagna… e chi di regola lo fa di sabato (io).
Pertanto, se perfino tra motociclisti vi sono punti di vista differenti sulla stesso concetto, immaginate la difficoltà di spiegare cosa significhi un “giro in moto” a chi questa esperienza (ahilei/lui) non l’abbia mai vissuta.
Ci provo lo stesso, però.

Esplorazioni

Qualsiasi viaggio in posti non conosciuti è in grado di generare in noi sensazioni di stupore, di fronte alla novità di ciò che vediamo. Per chi, come me, è nato e vive nel pieno centro del “piattume” della pianura Padana, è necessario percorrere dai 40 ai 50 km in qualsivoglia direzione, prima di raggiungere un minimo rilievo (che, come potete immaginare, porta con sé le strade con curve, fonte di sane pieghe e delizia del centauro); si potrebbe fare anche in bici, ma per le mie capacità diventa piuttosto improbabile poter confinare un giro di tal fatta in 5-6 ore, cosa che invece in moto è decisamente ragionevole (con 1:15 di autostrada si raggiungono Emilia, Liguria e altre amene località, il che lascia disponibili altre 3-4 ore di vagabondaggio per strade secondarie).
E non è mica obbligatorio andare in luoghi da motociclisti “veri”, per risvegliare sensazioni dimenticate; certo, ogni tanto si può andare sul Penice, percorrere la Val Trebbia, la Cisa o il passo della Mendola (sconsigliato durante i weekend, ma su questo aspetto ci tornerò poi)… dal canto mio, ho percorso con grande soddisfazione le stradine più scassate dell’Oltrepò pavese, anche in giornate nebbiose, e la sorpresa può rivelarsi veramente dietro ogni curva, sia essa un casolare isolato in autunno, che suggerisce il lavoro del contadino, un arbusto di fichi profumatissimi in giugno, o il fumo di legna che sale dai camini a febbraio e ti solletica le narici.
L’importante è farlo, il giro.

Preparazione

Quando si decide un itinerario, vi sono due approcci; ad un estremo, una meticolosa programmazione, coadiuvata da mappe digitali, per essere certi di passare per quei punti segnalati come imperdibili, fino ad arrivare a mezzi radicali (utilizzo del navigatore). All’altro estremo, vagabondare apparentemente senza meta, decidendo quale strada seguire sull’onda dell’ispirazione del momento.
Entrambe le tecniche sono in grado di riservare momenti sorprendenti: lo stesso scorcio può apparire di volta in volta fonte di stupore, a seconda della stagione, dell’ora del giorno, delle vostre condizioni e anche del senso di marcia… eh, già; la stessa strada cambia completamente faccia quando percorsa nell’una o nell’altra direzione.
Un occhio preventivo al meteo è doveroso, quanto meno per vestirsi adeguatamente, ma non fatevi scoraggiare da una giornata meno che perfetta: anche se pioviggina o il cielo è coperto, i chilometri in sella alla vostra due ruote possono sempre risultare apprezzati (a meno che non siate tra quanti considerano la strada un circuito, nel qual caso dubito che mi abbiate seguito fino a questo punto).

Memorie

Senza farne una malattia, apprezzo il fatto di fissare un bel panorama su una fotografia: di solito inserisco anche il mezzo, in modo da contestualizzare il ricordo. Trovo che le sensazioni provate lungo un giro vengano in un certo senso distillate in un’immagine, e riportate alla luce quando la si rivede a distanza di tempo, amalgamate magari con altre sensazioni, provate durante il corso della stessa giornata.
Anche una mappa approssimativa del percorso, conservata nel modo che preferite, può avere un valore… attenti solo a non cadere preda della sindrome del “collezionista”, che porta a considerare il passaggio su certe strade come una sorta di bollino, e induce ad evitare di tornare in certe zone perché le abbiamo “già viste”: come scrivevo sopra, non esiste un giro in moto uguale ad un altro, e anche se dovessimo ripercorrere esattamente un percorso già fatto in precedenza, state sicuri che ne trarrete emozioni sempre diverse.

09 Febbraio, 2025